A Un giorno da pecora l’altro giorno, alla domanda: «lei ha la faccia da culo come dice Grillo?», ho risposto, scherzando: «specchio riflesso», riesumando un gioco che tutti abbiamo fatto da bambini.
In realtà, lo specchio riflesso è la metafora della situazione in cui viviamo.
D’Alema dice, citando Renzi (chissà se inconsapevolmente), che se non ci fosse Berlusconi, si potrebbe parlare con la destra. Peccato che la destra, in Italia, sia Berlusconi. E che abbia appena preso gli stessi voti del centrosinistra, o quasi, quella destra. Non vent’anni fa, la settimana scorsa. E, però, si ripete: «se non ci fosse stato Berlusconi».
Monti dice che lui un governo contro l’Europa non lo farà, solo che a favore dell’Europa non c’è la maggioranza in Parlamento. E tutti a dire: «se non ci fosse stato Monti». Sì, però Monti c’è stato, era super partes, poi è salito in politica e disceso in credibilità. E, allora, si passa alla variabile: «se non si fosse candidato».
Il M5S dal canto suo insiste: «se non ci fossero i politici», si potrebbe fare un governo. Peccato che i politici ci siano, in quel Parlamento, e che la risposta, anche in questo caso, sia una non-risposta (del non-partito).
Insomma, tutti giocano in modo speculare e simmetrico, ma la questione è posta nei termini che già cercavo di illustrare ieri. Se si vuole uscire dai «se» e dai «ma» (il vero «se», essendo, per altro, «se avessimo vinto le elezioni»), ci vuole un governo del Parlamento, sostenuto da Pd, da Sel e da M5S. Se qualcuno non vuole Bersani (so che è doloroso, per Bersani e non solo) lo dica. Però dica anche che cosa vuole.
Oggi Dario Fo, in quanto esegeta (autorizzato) del pensiero di Grillo, spiega che ci vuole un governo d’alto profilo, che raccolga le adesioni del M5S e delle altre forze politiche del cambiamento. Dice che andrebbe bene Rodotà o Settis.
Ora, la domanda è: uscendo dai post e dalle provocazioni e dalle dichiarazioni e dai vaffanculo e dalle non-liturgie e dalle auto-celebrazioni, è questa la proposta che il M5S porterà a Napolitano? Nel pacchetto, c’è anche l’uscita dall’euro o come scrive un buon economista dello staff di Grillo, molto intervistato in queste ore, era solo una boutade?
Ovvero, teniamo la maschera, quella del Grillo marino e di V per vendetta (una vendetta da celebrare a giugno o, al massimo, a settembre) o ci proviamo davvero?
Perché a volte anche a me viene da dire: se nel 1994 Baggio non avesse sbagliato il rigore. Già. Peccato che il rigore Baggio lo ha sbagliato. Sì, ma se lo ritirasse? Chissà.
Perché a volte ci vuole qualcuno che tagli il nodo gordiano. Se non va bene il piano A (quello di ieri), non va per questo bene il piano B (quello dell’iniziale che sappiamo). E in uno schema – che non è dialettico, è banale – c’è solo un piano C. Altrimenti si va a votare. E si rischia tutto. Noi e soprattutto il Paese. Anche di ritrovarci tra tre mesi a scrivere lo stesso post. Che per qualcuno inizierà con l’abituale vaffanculo, per altri inizierà come inizia quello che state finendo di leggere.
P.S.: e visto che la crisi politica, economica e sociale e psicologica (anche) è esplosa in tutta la sua gravità, prima di continuare a lambiccarmi con i se e i ma, vorrei che si facesse qualcosa. Non pensando a quello che è successo a Roma, ma a quello che è successo a Perugia, per intenderci.
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