Ecco, dopo tre settimane in cui ne ho lette di tutti i colori (fino al fondo del Corriere di questa mattina, in cui si è portato il ragionamento fino in ‘fondo’), vorrei rivolgermi ai tanti commentatori che sono certi di una cosa: che chiedere i voti al M5S sia peggio che chiederli alle altre forze politiche presenti in Parlamento. E vorrei chiedere loro, sinceramente: perché?
Perché, al di là di tutto, vorrei capire perché sarebbe meglio chiedere il voto di Silvio Berlusconi e non quello di un ragioniere di Arcore. Oppure quello di Umberto Bossi (il senatùr ora sta alla Camera) rispetto a quello di una maestra di Gallarate. Oppure ancora fare un’alleanza con chi ha coltivato alleanze di destra (questa destra, non la Merkel, eh) per vent’anni e che ora si presenta come civico o come innovatore.
E poi, ancora, ieri Monti non si è comportato come il Movimento 5 Stelle (in questo caso bisogna aggiungere: Lusso)? Perché bisogna stigmatizzare i senatori ‘movimentisti’, mentre quelli ‘civici’ hanno piena legittimità di fare cose che non piacciono nemmeno al Capo dello Stato, che notoriamente non vuole loro alcun male?
Ecco, davvero, vorrei capire. Perché magari mi sbaglio io, ma mi colpisce come la classe dirigente, forse per autoassolversi, continui ad adottare categorie che puntano all’esclusione di tutti coloro che non si vogliono ridurre ai canoni tradizionali (e non vale solo per il M5S). Perché Boldrini e Grasso sarebbero la vittoria dell’antipolitica? Perché Schifani, votato convintamente da Formigoni, per dirne una, sarebbe stata la vittoria della politica? Perché i politici sono solo i ‘politici’, quelli di sempre?
E, ancora, perché se il M5S chiede di azzerare i rimborsi è demagogico, ma se lo chiede qualcuno-che-piace-alla-gente-che-piace è un’idea geniale e necessaria? Perché si riempiono pagine da anni con i costi della Casta, e poi ci si sorprende che vinca una forza che ha il proprio principale collante proprio nel rifiuto della Casta? Perché si evoca in continuazione il rinnovamento e poi ogni rinnovamento che si affaccia sulla scena della politica non va bene e, si dice con sufficienza, non può funzionare?
Non so se si riuscirà a formare un governo, ma mi chiedo se sia il caso di continuare a fare gli snob e gli istituzionali, nemmeno le istituzioni fossero di qualcuno, che se le tramanda di generazione in generazione.
Certo, ci sono molti elementi di naïveté (per usare un termine che sicuramente piacerà, ai nostri dotti commentatori), ci sono cose campate per aria nel M5S, in alcuni tratti discutibili della loro proposta e del loro atteggiamento, però ci sono un po’ dappertutto, e non da oggi, nella politica italiana. E scoprirlo ora, dopo un letargo di vent’anni, è un po’ sospetto.
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