Possiamo evitare che tutti si diano addosso, all’interno del Pd, tra esponenti delle primarie, giovani e vecchi, sinistri e destri? Perché oggi è volata qualche parola di troppo, sulla base del consolidato schema degli schieramenti delle primarie.

Tra qualche ora sapremo se Bersani ce la farà o se non ce la farà, e perché. Sulla base di quel risultato ognuno dirà la sua, ci sarà tempo e modo per capire che cosa sia meglio fare dopo. Prima, invece, è il caso di fare in modo che ci sia quella maggioranza da cui siamo partiti, nella direzione nazionale di venti giorni fa. Se poi non ci sarà, tutti potranno dichiarare quello che vogliono.

Se posso, in queste ore è meglio concentrarsi e capire che cosa sia meglio dire e fare perché ci siano «governo» e «cambiamento». Come ripeto fin dalla campagna elettorale, una cosa non deve e nemmeno può escludere l’altra. E per il volo del calabrone, solo lo spirito (esprit de finesse) del cambiamento può supportare il tentativo di formare un governo (che per sua definizione è geometrico, diciamo così). Ove mancasse la prima condizione, cadrebbe anche la seconda.

A questo, sta nel suo piccolo lavorando il vostro affezionatissimo. Che non è delegato da nessuno, ma crede che l’obiettivo sia superiore al tornaconto di questo o di quello. Perché il rischio è che, tra qualche giorno, non tornino i conti per nessuno.

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