Tra le tante bambole da pettinare in queste ore, ecco la migliore della settimana.

Le elezioni sarebbero una sciagura, dicono i due capigruppo del M5S, perché costerebbero parecchio. Anzi, «sarebbero una sciagura, solo per questione di costi».

L’argomento è esemplare per spiegare l’atteggiamento del M5S in queste ore e le contraddizioni che li riguarda. Le elezioni sarebbero una sciagura, ma ovviamente il M5S non fa nulla per evitarle. Non vota la fiducia e non si mostra interessato ad alcuna collaborazione con le altre forze politiche per dare un governo al Paese (che non sia un monocolore, senza voti sufficienti, del M5S). La sciagura, insomma, è un obiettivo, per il M5S, che per evitare la sciagura si affida al fatto che altri facciano qualcosa per risparmiarcela.

Però la sciagura sarebbe una sciagura, certo. Ma non per i miliardi di motivi che tutti stanno analizzando – c’è la crisi sociale più forte di sempre, c’è l’incertezza istituzionale più grave degli ultimi anni, c’è un dato che preoccupa i mercati, quelli finanziari e quelli delle piazze dove si va a fare la spesa: per il M5S le elezioni sarebbero una sciagura perché costano.

Come se lo stallo non costasse, come se il negare la fiducia non avesse conseguenze, come se il fatto che il Pd non voglia fare il governo con il Pdl, ma l’abbia proposto al M5S, fosse un fatto secondario. Per evitare le sciagure, bisognerebbe fare cose non sciagurate. Invece si faranno, grazie al contributo del M5S. Come e più degli altri.

P.S.: sono proprio curioso di vedere cosa faranno tutti quelli che ora parlano delle nuove elezioni anticipatissime come di un fatto accademico. Perché le elezioni poi arrivano davvero. Sciaguratamente.

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