A me dispiace, ma il gruppo del Pd, nonostante i numerosi pareri espressi ieri, oggi ha fermato la costituzione delle commissioni: è passata la linea (per me discutibilissima) che «se si fanno ora le commissioni, non si farà più il governo».
Come ho spiegato e come hanno spiegato molti colleghi, in realtà si tratta del contrario: perché senza le commissioni, non potrà esserci nessun vero luogo di confronto sui provvedimenti e per altre settimane ci fronteggeremo da lontano. Dal Parlamento al Fronteggiamento, insomma. E così, se si allontanano le commissioni, si allontana pure la prospettiva del famoso «governo del cambiamento» (cambiamento che per ora, nei metodi e nei messaggi, si vede pochissimo).
Per il resto, rimane solo il governo Monti, che è in carica, nonostante tutto e tutti.
Ciò vale soprattutto per il M5S, che le commissioni – insieme a Sel – le ha chieste. Con questa posizione il Pd di fatto nega il confronto che dice di ricercare, bolla come provocazioni (tutte) le proposte dei ‘grillini’ e insiste su una linea che, a furia di promuovere (si fa per dire) la collaborazione con loro, la rinvia a data da destinarsi.
Invece, e lo hanno notato in molti, questo è un segnale di apertura verso il Pdl, che le commissioni non le voleva vedere nemmeno pitturate.
A me dispiace, lo ripeto. Come mi dispiace notare che il Pd ha vissuto male anche la proposta del M5S, che domani convocherà le commissioni per iniziare a lavorare e ha chiesto al Pd di partecipare. Il Pd non vi parteciperà, questa è la posizione del gruppo.
Posso solo dirvi che, travolti dai non-eventi, come sempre, daremo battaglia. Siamo minoranza, in quel gruppo, ma siamo molti, siamo entusiasti e motivati. E certi che per fare il cambiamento, prima, si debba cambiare.
A cominciare dal Presidente della Repubblica, sul quale non sono ammessi scherzetti, né pasticci.
Per tutto il resto, quando tutto questo sarà passato, ci sarà un Congresso. E lì ci si misurerà non con le correnti, ma con gli elettori. E ne vedremo delle belle.
P.S.: inizio a pensare che abbiano ragione quelli che pensano che il Pd, tipo Colombo, sia partito per scoprire le Indie e si ritrovi invece a sbarcare sulle coste delle Americhe. Solo che non c’è nessun San Salvador da evocare. No, non c’è.
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