Mi scrive Paolo.

Caro Pippo, non ho parole. Prodi era davvero l’unica speranza, e speravo che malgrado tutto anche nel M5S se ne rendessero conto. Non perché Rodotà non fosse uno splendido, splendido candidato. Ma perché semplicemente non avrebbe avuto i voti, non li ha, non li avrà. Prodi, che dopotutto a parole aveva l’approvazione di tutto il Pd, è stato affossato da cento franchi tiratori. Figuriamoci cosa sarebbe successo con Rodotà: aveva, ha veramente senso insistere? O c’è stato forse un certo cinismo, un interesse di cortile a spingerci nell’abbraccio mortale con Berlusconi, pur sapendo che Prodi l’avrebbe rifiutato una volta per tutte, liberando gli italiani da quest’incubo lungo vent’anni? Non lo so. So che ora non avremo Prodi – che faccio presente, dopotutto faceva parte della rosa di nomi del M5S, ricordi? – e di certo non avremo Rodotà. E vinceranno quegli altri. Cosa dovremmo fare, ora, col M5S? Parlarci? Continuare a leggere dichiarazioni e ad aspettare successive smentite? No, basta. Avevano in mano le chiavi del cambiamento, e avevano nel Pd la sponda dei non pochi che come te lo vogliono realizzare oggi, concretamente. Avevano le chiavi, e le hanno ridate a quelli che c’erano prima. Da oggi la colpa è anche la loro.

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