Perché il vascello pirata di Grillo (da Rodotà in poi) sta incrociando a sinistra. Ha capito che Berlusconi è in forma e che può ingaggiare una sfida direttamente con lui. E torna alle origini, quando incalzava il centrosinistra: ora che si è messo in proprio punta a sostituirlo.
Certo, come hanno notato gli analisti, perderà qualche voto a destra (lo perderebbe comunque, perché i famosi «delusi del Pdl» sono parecchio diminuiti), ma si affermerà come (unico?) oppositore al disegno berlusconiano.
E il Pd si ritroverà in mezzo al guado. Con l’acqua che continua a salire.
Perciò, se non vogliamo essere travolti (per la seconda volta, per altro), è il caso che diamo risposte un po’ meno vaghe ad alcune richieste, tipo quella del reddito minimo e dell’estensione degli ammortizzatori sociali. O quella di un salario (almeno nel senso orario del termine) dignitoso per tutti. Preoccupandoci un po’ meno dei patrimoni e un po’ più dei redditi.
Insieme, c’è la questione della cittadinanza e della democrazia, del modello di sviluppo e dello sguardo sul mondo, che ha in Maurizio Landini un interprete di grande valore. Certo, è radicale (bella scoperta), ma un’interlocuzione con lui ha un senso profondo. E non è una sovrapposizione, anzi: è proprio un’altra cosa. Si chiama autonomia. Dei sindacati rispetto ai partiti. Un altro concetto da recuperare, al più presto.
P.S.: non è inseguire Grillo, fare così, è ritrovare se stessi. Grazie.
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