C’è un clima da guerra fredda: si respira nelle dichiarazioni di un nervosissimo Grillo e dei suoi (che parlano di spie, nemmeno fossimo a Berlino Est) e nei ripetuti richiami all’ordine all’interno del Pd (e del Pd più elle, perché anche a destra volano gli stracci).

Nessuno intende sabotare proprio nulla: nessun complotto, nessun retroscena. Solo l’attività di un parlamentare (anzi, di molti) che si confrontano sulle cose a cui tengono.

Un dibattito che è naturale si apra su alcune questioni, tra persone che si sentono in sintonia, tra Pd, M5S e Sel. E che non pregiudica le magnifiche sorti e progressive del governo con il Pdl.

La domanda che sorge spontanea è: che cosa siamo lì a fare?

Perché, ad esempio, se proponessimo insieme iniziative in campo ambientale, sui rifiuti, per dire, dovrebbe cadere il governo? E perché non dovremmo poter discutere di consumo di suolo e di innovazione tecnologica?

L’unica ‘spia’ di questa storia è la manifestazione del disagio di molti per un Parlamento che non può essere perennemente sotto ricatto, in ragione di uno schema politico di emergenza. I parlamentari devono essere liberi di confrontarsi. Altrimenti meglio rimanere a casa. O tornarci presto.

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