Poi dicono che siamo ossessionati, certo, come no.
Ma indicare la percentuale dell’acconto delle tasse (proprio quelle sul lavoro e sulla produzione, che per altro dovremmo diminuire) al 101 (centouno) per cento, ha qualcosa di notevole, sotto il profilo letterario e pubblicitario.
I 101 sono il numero (primo, in tutti i sensi) di questa vicenda politica.
Oltretutto, l'”acconto del 101%” è un ossimoro.
E tradotto si deve intendere così: “i contribuenti onesti pagano i capricci di Berlusconi (Imu) e le magnifiche lungimiranze di Tremonti che si inventò gli scatti automatici dell’Iva a garanzia dei vincoli di bilancio, senza che il suo capo di allora (sempre Berlusconi) si sognasse di battere i pugni sul tavolo”.
Una bella idea.
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