In Parlamento a incontrare le famiglie fantasma di cui tutti blaterano in ogni talk show.

Vorrei che ci fossero quelli che fanno i giri di parole per non dire ‘matrimonio’ (e via di acronimi, di citazioni straniere, alla tedesca o alla britannica, a seconda della minore o maggiore padronanza della lingua).

Vorrei che ci fossero quelli che parlano della ‘diversità’ senza conoscerla, e la enfatizzano con clamore (ma solo quando conviene, perché la pudibonderia va bene, ma non in tutti i casi).

Vorrei che ci fossero quelli che difendono la famiglia, non avendone o avendone tante, ma l’importante è che non siano come quelle là, che sono strane, mentre le loro, no, le loro sono perfette.

Vorrei che ci fermassimo a parlare, e ci raccontassimo come la pensiamo, e come la sentiamo, dopo averle ascoltate.

Una buona volta.

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