Negli ultimi mesi prima del voto, il Pd sembra quasi vivere di rendita, illuso da sondaggi lusinghieri, ma in un clima poco chiaro e contrastato.
Nonostante il successo delle primarie, sul piano dell’immagine, il partito affronta la campagna elettorale in piena inerzia, in un clima poco orientato, connotato da non-temi e da un patto (momentaneo) di silenzio e di non belligeranza (che si riattiva subito dopo il voto) tra maggioranza e opposizione interna.
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E per questo non solo risulta incapace di intercettare l’emorragia di voti in uscita dal centro-destra ma è, addirittura, il suo stesso elettorato a essere risucchiato nell’area del voto antipolitico e di protesta, come quello che è alla base del M5s.
Terenzio Fava e Andrea Girometti, in Ilvo Diamanti, Salto nel voto, Laterza, p. 82.
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