Procaccini se ne va, ma dice al Corriere che lui al governo lo aveva detto, della questione kazaka.
Nel Pd cresce il disagio e in molti più o meno pubblicamente chiedono le dimissioni di Alfano: che sia lui a lasciare, per la precisione.
La settimana è ancora lunga, ne vedremo delle belle.
Per quanto mi riguarda, ribadisco quello che ho sempre detto, fin dall’inizio.
Questa impalcatura delle larghe intese è fragile, per motivi storico-politici e ideologici, ma non solo, e ogni evento rischia di comprometterla. Altro che Grosse Koalition, altro che Moro e Berlinguer. Altro che compromesso storico.
Non avere chiarito da subito le priorità e avere rinviato la legge elettorale sono stati due errori gravi. E in contraddizione con la missione che questo governo avrebbe voluto e dovuto darsi.
Il fatto poi che sia Alfano, considerato il più dialogante e l’alter ego di Letta (il Letta del Pdl, potremmo dire), a essere in difficoltà, rende tutto più problematico.
Ora c’è da capire una cosa: perché il problema non è la caduta, ma l’atterraggio. E le conseguenze di quello che accade in queste ore potrebbero condizionare i mesi e gli anni a venire.
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