L’altro giorno sono stato in Molise. Mi hanno raccontato che i molisani che risiedono in Molise sono di molto inferiori per numero ai molisani che risiedono all’estero.
Ho pensato che la stessa cosa capita al Pd, che ha più elettori fuggiti o in fuga, verso altri o verso l’astensione, di quanti elettori si dicano convinti di votarlo, con convinzione e entusiasmo (come dovrebbe essere).
I democratici vorrebbero fare ritorno in patria, perciò mantengono legami affettivi con chi è rimasto, si interrogano quotidianamente sul nostro futuro e seguono da lontano le nostre vicende, con un misto di apprensione e speranza.
Per evitare che il distacco sia definitivo, però, e perché si passi dalla nostalgia alla partecipazione e al ‘ritorno’, forse dovremmo parlare meno di schieramenti interni (che per altro assomigliano sempre di più alla tradizionale disfida Ds contro Margherita), di gossip e di polemichette parecchio inutili, e più di cosa vorremmo fare.
E anche di cosa stiamo facendo, perché l’Imu e la decadenza incombono, come nubi di ieri sul nostro domani odierno.
Il mio è solo un consiglio.
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