Sono anni che giro per l’Italia così. Con un taccuino. Che è anche un’agenda.
Che è anche il contrario di un dimenticatoio, espressione che c’è solo in italiano, peraltro, chissà perché. Che è anche un metodo, il taccuino, se posso dirla così. E un blog cartaceo, o forse è il blog a essere un taccuino telematico. Non è poi così importante stabilire che cosa venga prima.
Stefano ha scritto una cosa molto bella, qualche tempo fa.
E ci pensavo oggi. Che sarà bello proseguire il viaggio, anche dopo l’8 dicembre, perché il viaggio si fa viaggiando (e in questo caso c’è Galeano, non lo slogan della campagna elettorale), forti di un bel risultato.
Si viaggia così, prendendo un passaggio, spesso con mezzi di fortuna, senza un format se non il taccuino.
E si viaggia all’insegna di un’alternativa un po’ nomade (Chatwin insegna) e di una speranza: quella di conoscere ciò che non si conosce già.
Tra un’ora e mezza ci vediamo a Terni, la prossima tappa.
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