Sara Giudice aveva già protestato contro la candidatura di Nicole Minetti lo scorso anno. E ha fatto bene a lanciare la raccolta di firme per chiedere conto di simili enormità: un gesto eroico, da quelle parti.

Più passano i giorni, però, più è evidente che lei, come tanti altri elettori perbene del Pdl, sta scambiando la causa con l'effetto. Lo si può apprezzare qui. Chiedere le dimissioni di Nicole Minetti, appellandosi a B, senza chiedere le dimissioni di B, anzi, ribadendo la stima incondizionata nei suoi confronti, sfiora il paradosso e, forse, anche il ridicolo.

Lo dimostra anche l'atteggiamento dei vertici del Pdl, dei gruppi parlamentari, dello stesso presidente Formigoni (che sa perdonare moltissimo, soprattutto a se stesso). Lo dimostra il fatto che nessuno sembra volersi rendere conto di quello che sta succedendo, nella politica italiana, da tanti anni.

La verità è che tutto un pasticcio di ricatti, condizionamenti, scambi, favori. Un intreccio inestricabile, che dà nuovo senso alla parola Porcellum. E, a proposito di latinismi (più o meno maccheronici), simul stabunt, simul cadent, anche nella versione del premier. Multa renascentur o, almeno, si spera.

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