Quattro bambini rom muoiono in un campo abusivo alla periferia di Roma.
Qualcuno se la prende con la burocrazia, qualcun altro non deve fare l'errore di prendersela con lui, però, perché è un po' troppo facile. E un po' troppo triste, che la politica italiana si sia ridotta esclusivamente a dare la colpa agli altri.
Forse, proprio in questi casi, dovremmo avere il coraggio di dire che sono inaccettabili queste condizioni di vita. E trovare il modo non solo di condividere questa opinione tra di noi, escludendo gli stronzi sempre in agguato, ma di discuterne anche con le comunità rom.
E fare in modo che la benedetta Ue si manifesti, non solo per fare la predica (meritoria) agli xenofobi, ma anche per spiegarci – culturalmente ed economicamente – come si fa a superarle, queste condizioni inaccettabili. Sostenendo quelle amministrazioni che stanno facendo qualcosa di buono, molto spesso da sole, molto spesso perdendo le elezioni la volta successiva.
Il fatto che in Italia spopoli una destra cialtrona e razzista non vuol dire che tutti gli altri si possono accontentare di un comunicato stampa di solidarietà e, contestualmente, di accuse all'amministrazione altrui.
Sono morti quattro bambini. Chissà se qualcuno si chiederà se avevano la nazionalità italiana (segue dibattito). Il fatto è che sono morti. E che erano bambini piccoli. Se fossimo un paese civile, ce ne faremmo carico tutti. Dal punto di vista politico, non elettorale.
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