Da qualche giorno, andare a votare non è più considerato un tabù (così ho letto in un titolo). Le elezioni anticipate non sono più un problema: e pensare che per mesi, se solo lo dicevi in un talk show, c'era qualche opinionista che si dava fuoco, qualcuno adottava l'argomento del vaderetrosatana e tutti ti guardavano con sorpresa, come se fossi un animale strano, un ottentoto che aveva raggiunto le nostre coste senza conoscere i rudimenti del vivere civile.

Ora, tornare a votare sarebbe auspicabile (qui lo abbiamo sempre auspicato), ma per farlo ci vuole una legge elettorale, fatta con una maggioranza che dichiaratamente non vuole tornare a votare. Operazione non semplicissima, affidata all'iniziativa di Renzi e del Pd uscito dalle primarie, a cui volentieri ci associamo (con qualche opportuna precisazione).

Se non si riuscisse in tempi brevi, sarebbe impossibile tornare a votare, perché ci troveremmo nel bel mezzo di un altro tabù, il semestre europeo (magari cade anche quello, eh), che inizia a luglio.

Detto questo, Dario Franceschini, il ministro più pesante del governo Letta in quota Pd, teorico del «tutto si tiene», di un Renzi e un Letta che collaborano (per questo ha votato Renzi), una volta ha parlato dei due paragonandoli a Mazzola e a Rivera e augurandosi che possano giocare insieme. Come forse ricorderete, Mazzola e Rivera però furono protagonisti di una memorabile staffetta e da qui (da questa seconda lettura, diciamo così indiziaria, dell'auspicio di Franceschini) prende le mosse Ulisse. Ulisse non è una figura del mito, è un iscritto al Pd del Molise. E in campagna congressuale, una sera, di fronte a una pizza, mi ha spiegato come secondo lui andrà a finire.

E visto che ci siamo abbuffati di pronostici, in questa pausa (che non è stata una pausa) natalizia, vale la pena di raccontarvi la sua versione. Non si sa mai.

Secondo Ulisse, alle Europee il Pd andrà così così, e a quel punto Letta andrebbe a fare il commissario in Europa e Renzi prenderebbe il suo posto a Palazzo Chigi. Ma come, ho detto a Ulisse, Renzi vuole le elezioni e mal sopporta questa maggioranza! E Ulisse, con una flemma che nemmeno Letta, mi ha rammentato che Renzi era pronto ad assumere l'incarico anche ad aprile (ne parla anche nel suo libro, mi ha ricordato) e che l'investitura popolare l'avrebbe ottenuta con il voto delle primarie (e infatti oggi Renzi parla costantemente dei tre milioni che l'hanno votato, che poi sarebbero due, ma avete capito il tipo di ragionamento).

Se ci pensate, sarebbe una soluzione perfetta per mantenere vivo lo schema di Napolitano (che potrebbe ritirarsi, ma con molta calma), un ceto politico che tramonta e che tende a irrigidirsi, la famosa stabilità (che poi non è mica stabile, ma sembra non importare a nessuno), il ridimensionamento di Grillo (vera ossessione di tutti quanti) e il pensionamento di Berlusconi. Senza rischiare elezioni che, se non l'avessimo ancora capito, tutti sono convinti di poter vincere solo con un bel premio.

Prendetela con le pinze, questa previsione di Ulisse, ma non datele meno credito di quello che attribuite a ciò che leggete sui giornali. Perché l'impressione che «tutto faccia brodo» (citazione di un signore che se la prendeva con il metodo e aveva più di una simpatia con l'anarchismo, Paul Feyerabend) si va imponendo sempre di più. Tutti sembrano sapere perfettamente come andrà a finire, ma nessuno, davvero, lo sa.

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