La definizione non è mia, ma di Paolo Cosseddu.

Gliel’ho portata via in occasione di un’intervista inserita nel volume A sinistra! curato da Stefano Corradino e Giorgio Santelli e recentemente pubblicato da Melampo.

Il riferimento è semplice: e se poi finisce che con l’Italicum – sempre che arrivi ad approvazione, perché non sembra piacere più a nessuno – al ballottaggio ci va il M5s e il risultato è quello di Parma?

Perché quando si fanno le leggi elettorali pensando a qualcuno, poi magari finisce – come in altre occasioni – che ne trae vantaggio qualcun altro. E l’idea che ha ispirato Renzi e Berlusconi, via Verdini, potrebbe rovesciarsi completamente: l’idea di far fuori i terzi, potrebbe insomma far fuori i presunti primi e secondi.

Così, per capire come ne usciamo, dalla questione della legge elettorale, che ieri si è complicata ulteriormente, per via delle dichiarazioni di Berlusconi. Peccato averla dimezzata e averla posposta all’approvazione della riforma del Senato. Così tutto si complica e si confonde.

P.S.: ai commentatori acidini faccio notare che la legge elettorale non va bene per altri motivi, tanto che io non l’ho votata. Il ragionamento sul Pizzarottum riguarda il fatto che tutti abbiano dato per scontato un certo tipo di ballottaggio, nel presentarla e nel difenderla, mentre forse le cose non stanno proprio così. E che l’esito sarebbe paradossale. Tutto qui.
P.S./2: personalmente, preferivo il Mattarellum tipo Senato. Perché così non si sa chi vince, ma si sa chi decide: il cittadino elettore.

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