Leggete Nando Pagnoncelli sul Corriere.
È la conferma della tesi con cui sto ossessionando i miei collaboratori.
Abbiamo spostato il Pd, si apre una voragine a sinistra, e c’è molto spaesamento tra i nostri elettori.
Durante la campagna delle primarie ne ho parlato spesso: parlare quasi esclusivamente di Renzi, non solo indeboliva gli altri (per trovare un pezzo sul vostro affezionatissimo bisognava fare una specie di caccia al tesoro), ma soprattutto dava l’idea di un partito che si trasformava, sacrificando parecchio pluralismo per immedesimarsi con il suo leader.
Leader che oggettivamente pesca al centro e anche a destra (un decimo degli elettori del Pdl si dichiarano pronti a votarlo: non è tantissimo, ma è un fatto inedito nella politica italiana), che è fortissimo sotto il profilo elettorale (anche per questo sarei andato a votare presto, senza eliminare Letta e promettere un governo di legislatura), ma che nei fatti ha già cambiato il Pd, se è vero che sono metà degli elettori del 2013 si dichiarano immediatamente pronti a votare nuovamente il Pd a giugno.
Quando chiedo maggiore concertazione, e maggiore rappresentanza, lo faccio certo perché interessato alle mie ragioni e alla nostra rappresentanza (un terzo degli elettori del Pd non ha votato Renzi alle primarie, cancellarlo dalla scena politica è stupido e pericoloso), ma anche perché credo che solo un partito plurale possa vincere e governare bene. E perché credo che il Pd debba essere comunque rappresentativo di una sinistra di governo e non di un governo senza sinistra, come mi pare abbia detto Rodotà.
Per motivi politici, certo, ma anche elettorali: perché il PdR, che è il partito di Renzi, è forte, sono il primo a riconoscerlo, ma se non è sostenuto da tutti potrebbe fallire la propria missione.
Quanto ai miei personalissimi elettori delle primarie, già al momento della fiducia abbiamo scoperto che si dividevano a metà: e oggi in buona parte fanno capire che voteranno altri o non andranno a votare. E, ve lo dico sinceramente, così si fa un po’ fatica a “tenerli dentro”.
Poi certo mi si dirà che i dissidenti e gli scontenti vanno brutalizzati con una caricatura e una minaccia al giorno perché ci sono le elezioni. Poi però i loro elettori votano qualcosa di diverso, proprio perché ci sono le elezioni. Ecco, non dite poi che non ve l’avevo detto. E se non ci fidate di me, fidatevi di Pagnoncelli.
P.S.: a riprova del fatto che le larghe intese sono un mezzo disastro, l’unico che conferma quasi tutti i propri voti e ne prende anche dagli altri è il M5s. E probabilmente anche quell’area più piccola che vi dicevo, che sta ‘ufficialmente’ a sinistra.
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