Proseguo nella rassegna sulle letture che accompagnano il libro in uscita per Einaudi (che trovate qui).
I due brani qui di seguito sono tratti da Elisabetta Amalfitano, Le gambe della sinistra (L’asino d’oro). Le parole sono rispettivamente di Amalia Signorelli e Nadia Urbinati:
Secondo me vale un discorso che ha fatto Remo Bodei. Per lui l’immaginazione non è tanto uscire dagli schemi di un razionalismo rigido quanto avere la capacità e il coraggio di progettare una vita altra, un mondo che non c’è. L’immaginazione al punto in chi siamo arrivati dovrebbe stimolare un’unica passione: il coraggio di provare a realizzare un altro mondo. E l’immaginazione ci porterebbe finalmente alla laicità, quella vera: perché l’immaginazione per essere tale deve avere il coraggio di andare oltre lo status quo, oltre il conformismo, oltre il dato-per-scontato come ineluttabile… Io oggi non vedo nella sinistra nessuno in grado di avere immaginazione.
È importante comprendere le ragioni per le quali Bobbio pensava che la distinzione destra/sinistra fosse “come il sale” della democrazia. In primo luogo, le ragioni sono legate alla dialettica della democrazia rappresentativa: le posizioni partitiche e i partiti sono espressioni di una diversità di interpretazione del comune patto costituzionale. Se i partiti non sono ‘fazioni’, ovvero espressioni di una volontà di piegare il patto al procacciamento di beni o interessi parziali, sono fondamentali perché consentono ai cittadini di sviluppare posizioni politiche a partire dai loro bisogno e dalle loro condizioni sociali.
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