In occasione della presentazione del libro Le gambe della sinistra, questa mattina, a Roma, al teatro Eliseo, ho inviato un messaggio a Ilaria Bonaccorsi:
Cara Ilaria,
attraversando l’Italia con la tua mela rossa ho avuto (l’ennesima) conferma che c’è uno spazio per una politica diversa, fatta di parole chiare e di obiettivi lucidi, spalancata sul futuro, capace – come diceva Saramago – di prendere la giusta misura: il suo motto «non avere fretta, non perdere tempo» mi sembra quello più giusto per descrivere il nostro compito nel momento attuale.
Il libro di cui discutete oggi (Le gambe della sinistra) può essere l’occasione giusta per una nuova partenza, perché la sinistra ha bisogno di gambe, appunto, e di un percorso politico riconoscibile, in un paese in cui tutti ripetono che destra e sinistra non esistono più: questa estate dobbiamo dedicarla a questo obiettivo. Unire tutte le forme che si muovono e si manifestano a sinistra, per recuperare una politica dell’alternanza contro tutti i trasversalismi di questa strana epoca, per restituire rappresentanza a chi non si sente rappresentato, per ridare voce ai diritti che si sono affievoliti. Per fare partecipare i cittadini a campagne, italiane ed europee, che restituiscano senso a quanto facciamo: perché la politica non si esaurisce con il potere, come sembra a molti e come molti fanno pensare, ma ha bisogno della conoscenza, della cultura, della elaborazione, della progettazione. Ha bisogno della laicità, prima di tutto per se stessa. Ha bisogno della precisione delle parole. Ha bisogno del contributo dei molti, che solo se organizzati sapranno avere ragione dei privilegi dei pochi.
Tocca a te e a noi lavorare perché ci sia anche in Italia, al di là delle etichette sempre più svuotate, quel «sogno di una cosa» che non può morire mai.
pippo
P.S.: il libro è buono. Molto.
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