Corradino Mineo esprime un'opinione da me largamente condivisa, sul filo di un ragionamento politico che non si interrompe:

Mi piacerebbe stare nel Pd, senza dover subire ricatti dalla destra, magari accogliere Sel e chi ha elaborato in modo critico l’esperienza del 5 Stelle, e battermi perché non passi, nel nome di Renzi, una legge elettorale che mortifica la rappresentanza, o un Senato svuotato della legittimazione necessaria per fare da contrappeso, sulle grandi questioni della democrazia, a una Camera che, sola, voti la fiducia a un governo formato in forza di una legge maggioritaria.

Vorrei incalzare premier e governo affinché vedano la luce leggi contro la corruzione e contro la prescrizione salva colletti bianchi. (A proposito, la mia più grande solidarietà al Procuratore Scarpinato, fatto segno di minacce mafiose).

Non si può? È lesa maestà voler dare un contributo critico? Bisogna solo “credere, obbedire e combattere”? Temo che chi oggi vorrebbe tapparmi la bocca, chi non ha gradito che il dissenso sul disegno di legge di riforma del Senato sia stato leale ed esplicito, siano proprio quelli (renziani di complemento e neo renziani per convenienza) che sognavano (e forse sognano ancora) di vedersi passare il cadavere del premier, nell’illusione di poterne un giorno prendere il posto. Rottamare qualche vecchio leader non è stato difficile, liberarsi della mala politica sarà più complicato.

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