Casini dice che con il Pd non ci viene. E usa gli argomenti che qualcun altro, qualche tempo fa, aveva adottato, parlando di 'giusta' direzione:
Certo con il no al dialogo e il ricorso alla piazza si allarga il solco tra Pd e Nuovo Polo. Lo farete mai un vero accordo elettorale?
«Come tutti i leader politici, Bersani è sensibile alle esigenze della propaganda e con la reiterazione della Santa Alleanza spera di prendere più voti nell’elettorato moderato. Ma noi sappiamo bene che un Terzo polo che nascesse con un’alleanza col Pd finirebbe per essere immediatamente subalterno. E nella migliore delle ipotesi subiremmo la sorte che toccò alla Margherita negli anni passati».
Ma in quel caso potrebbe esserle offerta la premiership.
«Non è quello che ci interessa. Se – quando si voterà – presentandoci alle urne bloccassimo la possibilità di vincere al Senato ad uno dei due poli, certo il giorno dopo non accetteremmo di dare la vittoria a tavolino al vincitore alla Camera. Ma avanzeremmo la proposta vera: un governo di responsabilità nazionale ampio, aperto a chi, dal Pd al Pdl, si sente di ricostruire questo paese. Anche sui referendum chiediamo al Pd chiarezza. Ritengo una follia che il governo spenda 300 milioni in più per scongiurare il quorum, ma su acqua e nucleare io sono per un no netto e chiaro. All’alleanza col Pd dunque non rispondiamo con un no ideologico, bensì programmatico: non basta l’antiberlusconismo per unirci, può essere un presupposto, però non sufficiente per governare assieme. Ad esempio, per me la responsabilità dei giudici o la separazione delle carriere non sono un tabù».
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