Mentre sono in aula per la discussione generale sul conflitto d’interessi (che inizia tra poco), la direzione discute le parole di Gianni Cuperlo e altri sui finanziamenti alla Leopolda, le fondazioni e le risorse di cui gode il partito e di cui gode una sua parte, organizzata come se fosse “un partito nel partito” dice Cuperlo.

Il tema è attualissimo, ma lo è da anni. In primo luogo, proprio perché in Italia ci sarebbe da approvare una legge sul conflitto d’interessi molto precisa e rigorosa, proprio mentre si fanno le riforme costituzionali e elettorali. Tutti fanno finta di nulla, ma la questione è essenziale. E lo sa chi ci prova con risorse ‘proprie’, con la raccolta di fondi a poco a poco, grazie alle risorse e alla generosità di molti piccoli sostenitori, come abbiamo fatto per le primarie: e si sa la fatica che si fa e la sorpresa di scoprire – a me accadde durante il dibattito a Sky – di avere raccolto addirittura più finanziamenti di Renzi (!).

Il secondo motivo è che le fondazioni (uno strumento particolarmente opaco, come denuncio da anni) ce le hanno tutti o quasi (o ce le hanno avute, per le campagne elettorali, per la lotta all’interno del partito, per prendere distanze dalla maggioranza o per farsi valere al posto della maggioranza, appunto). A destra e a sinistra e anche al centro.

Ci sono modi diversi di comportarsi: Enrico Letta, quando divenne presidente del Consiglio dei ministri, chiuse il proprio think tank.

Altri sembrano viverla con maggiore leggerezza, ma – come scriviamo nel nostro documento, che trovate qui sotto – il problema è stabilire che le stesse regole di trasparenza valgano per tutti, a tutti i livelli, dentro il partito e sulla sua ‘soglia’.

Negli scorsi giorni ho chiesto scherzando che la Leopolda faccia una donazione al Pd, la prima essendo coperta da finanziamenti generosi, il secondo essendo in difficoltà economiche. Cuperlo fa bene a porre la questione: a tutti chiedo di andare fino in fondo, per evitare che la questione – centrale per la nostra democrazia ancor più dopo avere superato il rimborso elettorale – si esaurisca in una polemica che durerà fino a domenica all’ora di pranzo, quando la Leopolda chiuderà e tutti torneranno nelle loro fondazioni.

Poi si passa ad altro e non si cambia mai niente davvero.

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