Elisabetta Ambrosi, autrice di Guerriere (un libro che consiglio a ministri e colleghi, nel caso non l’avessero letto) si sfoga sul bonus bebè:
Avviso a tutte le donne incinte o a quelle che sono ancora fertili e forse pensano di fare un figlio. Sospendete l’uso della ragione, accantonatelo fino a data (politico-culturale) da destinarsi. Lo so che è duro, visto che la donna è un essere pensante, ma non c’è altra strada, pena l’uscita di senno. Se, ad esempio, domenica sera vi foste messe davanti al televisore ad ascoltare l’annuncio di Renzi degli 80 euro per le mamme cercando di porvi domande sensate – come arriveranno i soldi? Se aspetto due gemelli il bonus sarà doppio? – di certo la vostra mente ne sarebbe uscita turbata, come quella di certi teologi medioevali che cercavano di comprendere un assoluto, ab-solutus, sciolto da tutto, attraverso l’intelletto (con l’aggravante che qui l’assoluto è televisivo). Usando la ragione, infatti, vi sareste chieste come mai Renzi ha detto che il bonus sarebbe andato a tutte le mamme, per poi aggiungere “e anche ai papà”, per poi aggiungere e anche “ai nonni, perché tanto pagano loro”, per poi aggiungere “ai bambini, il che dimostra che non è uno spot elettorale”.
Usando la ragione avreste subito cercato di capire se i soldi che andranno a finanziare il fantomatico bonus sono gli stessi che avrebbero dovuto finanziare i famosi mille asili nido in mille giorni, oppure l’altrettanto sbandierato quoziente familiare previsto dal Jobs Act. Usando la ragione, vi sareste anche un po’ inferocite a pensare con quanta malafede si stesse presentando il bonus, quasi che con quest’uscita si fosse risolto l’immenso problema della conciliazione tra lavoro e figli. E sempre usando la ragione vi sareste trovate nel tragico paradosso di essere d’accordo con Matteo Salvini, che ha definito la nuova promessa una presa per i fondelli, visto che in Francia il bonus lo danno per le spese vive di un neonato, salvo poi aggiungerci generosi assegni mensili e nidi gratis. Usando la ragione, ancora, sareste arrivate alla stessa conclusione cui è arrivata Giulia Bongiorno nell’intervista rilasciata al Secolo XIX : e cioè che Renzi ha una visione delle donne, e delle madri, preistorica e pure mussoliniana e che se proprio volesse fare qualcosa dovrebbe ricominciare a ripristinare il ministero delle Pari Opportunità. A usare la ragione, vi sareste anche intristite a pensare a come le mamme tornano buone quando bisogna attaccare l’articolo 18 – magari dicendo che “l’obiettivo è la mamma che non ha la maternità” – o quando fa comodo usare i soliti stereotipi (come quando a marzo Renzi disse che “le mamme sono brave il doppio”). Ma soprattutto, sempre usando la ragione, vi sareste definitivamente incupite a pensare come siamo finiti dalla cultura dei diritti, e delle politiche familiari, all’abisso della (non) cultura del bonus, “la carità mentre si taglia lo stato sociale, l’elemosina al posto di giustizia ed eguaglianza”, come ha scritto un illuminato commentatore sul web. Se volete fare un figlio, dunque la ragione accantonatela. E non ce la fate, perché appunto siete donne pensanti, beh allora sono veramente guai.
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