Non so più come ripeterlo: non c’è nessuna volontà da parte mia di costituire un soggetto politico. Però vorrei aggiungere una cosa a quell’altra che ho scritto qui.
C’è una retorica per la quale o stai con Renzi e voti tutto (anche quello che trovi palesemente sbagliato oppure controproducente oppure inefficace) perché altrimenti sei della sinistraestremaradicaleradicalchicminoritariaperdenteanzisconfittista.
Ecco, vorrei dire questo: se il Pd si spacca per irresponsabilità di chi lo guida, perché la responsabilità (come il potere) va divisa secondo le proporzioni, non se ne va un pezzo di sinistra radicale di idioti. Vi piacerebbe, dico a chi lo scrive in ogni articolo, ma non è così. Se il Pd si spacca, sono guai per tutti. E prima di fare provocazioni a ogni passo, a ogni dichiarazione, a ogni intervista, da parte degli uomini del governo, a cominciare dal suo premier (molto ciarliero a mezzo Vespa) consiglierei più cautela. Perché sono loro quelli che rischiano di mettere in discussione un risultato notevole e dividere la sinistra (in questo caso da se stessi).
Non faccio i sondaggi e non li leggo ogni giorno come fa invece qualcun altro, ma faccio personalmente notare che secondo me quell’area è grandina, non è un atomo e se si va avanti così si ingrandisce ogni settimana.
E se un segretario che fa anche il premier fa sapere di non voler cambiare il testo della delega sul lavoro, lasciandolo immutato, senza seguire, quindi, nemmeno il documento votato dalla direzione (a cui ho personalmente votato contro, ma il segretario pensavo fosse favorevole) non sono io ad avere problemi con il Pd, ma il suo stesso segretario.
P.S.: a Claudio Cerasa, Aldo Grasso e Giuliano Ferrara (a cui piacque una giacca che indossavo in una trasmissione di prima mattina) segnalo che il mio abbigliamento non è di alta sartoria (a questo ci siamo ridotti) ma economico anche se di qualità (mi fa piacere): se vogliono, posso girare loro l’indirizzo del negozio. Così poi torniamo ad occuparci delle cose serie.
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