Non è soltanto commuoversi, indignarsi, commentare con parole gravi.
La politica dovrebbe porsi alcune domande.
Il reato di tortura dove è andato a finire?
E la possibilità di poter identificare gli agenti delle forze dell’ordine in casi gravi e non chiariti, a tutela di tutti quanti, anche delle forze dell’ordine stesse?
E la sorveglianza su ciò che accade nei luoghi di detenzione e di custodia?
E una vera depenalizzazione se non (addirittura!) la legalizzazione delle droghe leggere?
Ecco, per ricordare Stefano e per denunciare la sua tragica morte, le parole non bastano più.
P.S.: motivi per riaprire l’inchiesta mi pare ce ne siano molti. A cominciare dalla testimonianza pubblicata oggi dal Fatto quotidiano. Ma questo non riguarda la politica e ciò che può fare per cambiare.
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