La campagna elettorale entra nel ‘vivo’. Ecco cosa scrive oggi Ivan Berni, su Repubblica. L’articolo s’intitola: Le parole della Lega fanno paura. E la frase più amara, da ritagliare e conservare, è questa: «chi si porta appresso i razzisti, del razzismo è complice diretto».
Se il buongiorno si vede dal mattino prepariamoci a una delle campagne elettorali più ripugnanti degli ultimi vent’anni. Alla faccia del Partito dell’amore di berlusconiano conio, la Lega si sta disponendo ad aggiornare nel modo peggiore il proprio, già orribile, arsenale propagandistico. Un “upgrade” nel segno del razzismo esibito, che non mostra vergogna a rivendicare in pubblico anche le posizioni più estreme, offensive, razionalmente insostenibili. La mozione che i leghisti hanno presentato, nei giorni scorsi, nei consigli di zona – e di cui ha dato conto Repubblica Milano – è il disgustoso antipasto di un escalation. Gli uomini della Lega chiedono “controlli igienico sanitari nelle residenze degli stranieri” e insieme invocano “maggior rigore di fronte al reato di immigrazione clandestina”, invitando – parola dell’assessore regionale al Territorio Davide Boni, i milanesi “doc” a trasformarsi in agenti della Stasi, “segnalando gli immigrati irregolari”. Alla mozione leghista nei Cdz di Milano , per non farsi scavalcare troppo a destra, fa eco il patto stipulato dall’assessore regionale ala Polizia locale Stefano Maullu, Pdl, che invita gli amministratori di condominio a segnalare ai vigili “Il sovraffollamento negli alloggi e i contratti di affitto irregolari”. Precisa, Maullu, di non voler fare “crociate contro gli stranieri”, ma mentre lo dice gli cresce il naso, visto che con tutta evidenza si tratta di una ben poco nobile gara a chi la spara più grossa, sulla pelle degli immigrati. Forma e sostanza di queste trovate non possono essere archiviate come folclore pre elettorale, come trombonate utili a raccattare qualche manciata di voti per poi finire nel dimenticatoio. No: i danni indotti da queste ignominie sono gravi e sempre più irrecuperabili. Invitare i cittadini allo “spionaggio attivo” e alla denuncia verso persone definite “clandestini” che hanno, come unico torto, la mancanza di un permesso di soggiorno è semplicemente spaventoso. A questo porta una legislazione che ha trasformato in reato la presenza fisica del clandestino, che ha trasformato il corpo dello straniero in una minaccia, che ha bollato come criminali i bisogni elementari delle persone: un tetto, un piatto di minestra, un lavoro. Presentare la delazione come comportamento virtuoso è, di per sé, mostruoso e immorale, ma lo è ancor di più se la si associa alla difesa dell’igiene pubblica. Qui, attenzione, i leghisti si stanno avvicinando a larghi passi all’argomentare dei nazisti, dei persecutori degli ebrei e dei “diversi”. Che significa “controlli igienico sanitari nelle residenze degli stranieri”? Di quali pericoli igienici sarebbero portatori gli immigrati? Perché si allude, neanche troppo nascostamente, all’equazione sporcizia-immigrazione? Il livello di desolazione politica, e umana, di chi si fa portatore di un simile armamentario è tale da provocare sconforto, prima ancora che indignazione e rabbia. E però sarebbe sciocco e superficiale pensare che si tratti di bravate. I leghisti questa iniziativa l’hanno pensata e pesata: l’ignobile “white Christmas” di Coccaglio, il paesino dove il sindaco lombard ha invitato i concittadini a denunciare gli stranieri irregolari, non è stata una fuga in avanti. E’ stato il test di una campagna generale da scatenare in vista dell’appuntamento delle elezioni regionali. Sarebbe il caso che il centrosinistra dicesse le cose come stanno: chi invoca l’igiene pubblica contro gli immigrati è un razzista della peggior specie. E chi si porta appresso i razzisti, del razzismo è complice diretto.
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