Quello che è successo a Milano è troppo grave. Lo so che della laicità non interessa più a nessuno, e che il partito della nazione è una stazione in cui vanno e vengono tutti quanti (one nation, one station). Ma è inaccettabile che la Curia di Milano (la più importante e prestigiosa del Paese) chieda ai professori di religione di indagare (spiare, fare delazione) circa le scuole in cui si afferma l’«ideologia del gender» (!) per segnalarlo in ‘centrale’.

Gli insegnanti di religione sono assunti e remunerati dallo Stato. Generosamente, anche grazie ai governi Berlusconi e alle scelte dei peggiori ministri della (pubblica) istruzione della storia repubblicana.

E sono chiamati, come gli altri e prima degli altri (visto il delicato ruolo che ricoprono) a rispettare la Costituzione.

Fossi in Renzi, passerei in Smart a prendere la Giannini e andrei in Vaticano a chiedere chiarimenti. Ma non succederà, ovviamente. Del resto, si è sempre fatto così. Come sull’Imu (adesso se l’Europa va fino in fondo ci toccherà pure pagare la multa), come sulle scuole private, come sull’8 per mille, anche quello non destinato (che poi però è destinato). Tanto lo Stato non ti vede, gli insegnanti di religione sì.

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