Mi pare che il clima generale dica che il Pd regionale e nazionale vuole minimizzare il risultato delle primarie liguri. Le denunce – numerose – parlano di voti di scambio (che sarebbero un reato) fatti di premi anche in denaro, con le code degli stranieri (dei poveri) a dare il proprio voto perché glielo ha chiesto qualcuno, magari da destra.
Lo spettacolo è desolante e non è la prima volta che accade, senza che i dirigenti del partito abbiano deciso di smetterla con questi trucchi inqualificabili e con questi elementi di pura disonestà. Senza alcuna espressione di autocritica, ora sono tutti a dire che le primarie sono inquinate, senza indicare da chi, e a spiegare che ormai ci vengono a votare quelli della destra. E che quindi è meglio non farle più: lo strumento principe della scalata al Paese (cit.) sembrano archiviate.
Sul punto e sulla questione del trasversalismo, in particolare, vorrei essere chiaro: il problema non sono le primarie, sono le scelte dei candidati e dei loro sostenitori. Se si accettano sostenitori di Ncd e di Forza Italia, facendo il (corretto) riferimento allo schema nazionale, è non solo ipotizzabile ma per alcuni addirittura auspicabile che la destra – anche nelle sue forme organizzate – partecipi alle primarie. E non è nemmeno possibile pensare che chi vi partecipa non voglia vincerle, essendo – magari – determinante.
Questo è il problema politico fondamentale e dipende dalle scelte passate e presenti: gli elettori di sinistra (in buona parte delusi) si astengono o comunque partecipano senza troppa passione, i centristi e i destri invece sono incuriositi e motivati dai loro stessi rappresentanti a prendere parte alle primarie degli altri.
Non è un caso, né un problema esclusivo del comitato dei garanti: è una questione politica, di direzione e di orizzonte.
Cassandra lo aveva detto subito, quando si decise di riproporre le larghe intese, attraverso la rielezione del Presidente della Repubblica che le aveva sostenute e che le avrebbe riproposte. Attraverso le vicende di due anni fa, che si ripropongono in queste ore sotto altre forme. In Liguria, oltre alla sfida tra i due candidati, sul piatto c’era soprattutto questo, sulla base di un portato storico che addirittura precedeva lo schema nazionale.
A Roma banalizzano: e ti credo. Sono abituati a questo schema da anni e il leader che avrebbe dovuto sgominarlo non solo lo ha ereditato ma si ripromette di rilanciarlo per tutta la legislatura, per altri tre anni, sotto le insegne del partito della nazione, dove ci possono stare tutti, dove l’alternanza è sospesa e superata pro tempore (o, forse, per sempre).
Ovviamente con il concorso della destra: senza la destra, non si governerebbe, né si vincerebbero le primarie, diciamo così.
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