Perché si può sfidare tutto: la prassi (lo facciamo spesso) e il mandato elettorale ricevuto (quasi sempre). La logica, però, da Aristotele in poi è un po’ difficile da ribaltare.

Per mesi ci è stato detto che il patto del Nazareno non comprendeva la Presidenza della Repubblica e che non ci interessano i veti di Berlusconi.

Quindi, viene da chiedersi, perché non si può immaginare una proposta che si rivolga a Parlamento senza passare prima e soprattutto da Berlusconi? Non dico di escluderlo, ma dopo avere elaborato una pessima riforma costituzionale e un discutibile sistema elettorale (il Porcellum sotto altre forme), forse il Patto del Nazareno non è il miglior sistema per fare le cose bene. E anche presto.

C’è un secondo elemento che molti sembrano non voler notare. Si dice giustamente che si vuole allargare al massimo il sostegno al prossimo Presidente. E sono d’accordo. Mi chiedo perché sulle riforme costituzionali non si sia voluto aprire un confronto anche con gli altri, quelli fuori dal Nazareno, che sono rimasti alla porta o addirittura per strada.

Se avessimo conservato la possibilità di eleggere (e non di nominare) i senatori, se avessimo deciso di ridurre anche i deputati, se avessimo voluto abolire il Senato con maggiori garanzia di proporzionalità alla Camera, si sarebbe avuto un consenso maggiore rispetto a riforme che saranno votate solo dalla maggioranza più un pezzo di Forza Italia. Non proprio tutti tutti. Anzi. E considerato che possiamo contare sul premio di maggioranza, direi che più che un voto a larga maggioranza si tratta di un voto a maggioranza risicata e forse, in una delle due Camere, di una riforma di una larga minoranza.

Ciò vale anche per il Presidente della Repubblica. Se si vuole coinvolgere i 100 parlamentari di Forza Italia va benissimo. Ma non ci sono solo loro, per intenderci.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti