Abbiamo parlato per mesi di una personalità molto forte, a livello internazionale, un profilo riconoscibile e riconosciuto, una persona che conosca la politica, una donna o un uomo al di sopra di ogni sospetto.
Con un profilo così, in Italia ci sono poche persone candidabili in questo momento (a parte Emma Bonino). Sono: Romano Prodi e, benché non dello stesso rilievo, Giuliano Amato. Tra i due, per mille motivi e per parlare con chiarezza, non ho alcun dubbio. E tutti gli altri nomi che girano ormai da mesi, con tutto il rispetto, non hanno lo stesso profilo e lo stesso standing.
Mi chiedo perché non si apra una vera discussione nel Pd sul suo nome: il Pd ha a disposizione la maggioranza (o quasi) degli elettori, in questa partita. E siccome la segreteria ha deciso di votare alla quarta, quindi con la maggioranza assoluta, senza cercare il nome che possa raggiungere le quasi 700 preferenze nelle prime tre (come Costituzione indicherebbe), mi chiedo perché non discutere di questa possibilità. A sinistra, al centro, tra i 5 stelle e anche a destra di ciò si discute eccome. E nelle settimane passate persone diverse come Bersani e Monti (che due anni fa scelse Cancellieri) hanno fatto il suo nome. Oltretutto, secondo le rilevazioni demoscopiche, il nome di Prodi, insieme a quello di Rodotà, è in testa alle classifiche di gradimento.
E se mi si dice che Berlusconi non capirebbe, vorrei segnalare una cosa: l’Italia è l’unico Paese del mondo in cui una persona che è stata condannata per un reato odioso (per un politico soprattutto) è protagonista della riscrittura della Costituzione. Il patto del Nazareno ha chiuso la «guerra civile», dicono i più strenui sostenitori dell’attuale trattativa tra maggioranza e (non) opposizione, per dimostrare di essere moderni.
Voglio seguirli nel ragionamento: credo che possiamo affermare con serenità che se la «guerra civile» si è chiusa per Berlusconi, per decisione del Pd e del suo leader, allora si può chiudere anche la «guerra civile» nei confronti di Prodi, che mi pare il minimo, in questa situazione.
Da ultimo, qualcuno dice che la candidatura di Prodi sarebbe contro il Pd. Non so se ci si renda conto del paradosso contenuto in una simile affermazione. O forse il solo fatto che qualcuno possa leggere la candidatura di Prodi come un attacco al Pd la dice lunga sulla situazione in cui ci troviamo: e un po’ di chiarezza, arrivati a questo punto, sarebbe necessaria.
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