Parlo del Quirinale. Pare che tutto cambi, a leggere i giornali, ma è lecito dubitarne.

Non credo che cambierà il disegno delle Riforme: chi dice (da dentro il Pd) che Mattarella certe cose non le firmerebbe, fa torto – senza nemmeno rendersene conto – all’osannatissimo (non da me) Napolitano. Come a dire: Mattarella sì che si accorgerebbe di alcune forzature, mentre il precedente Presidente dava comunque il proprio assenso. Una tesi che nemmeno Grillo.

Non credo che la destra farà saltare le riforme: divisa in due forze e quattro pezzi, difficilmente vorrà fare precipitare le cose verso le urne. Del resto, Berlusconi ha votato l’Italicum di Renzi solo una settimana fa. Son cose.

Non credo che l’elezione di Mattarella cambierà gli assetti del centrosinistra, che si è ritrovato solo sulla sua elezione, mentre sulle «politiche» è diviso.

Certo, se la destra volesse giocare ancora una partita, dovrebbe paradossalmente riunirsi e andare al governo (o all’opposizione) tutta quanta. Altrimenti finisce alla spicciolata, come previsto, nel Partito della Nazione, e buonanotte.

Per tutto il resto, c’è da dare un occhio alla sostanza delle cose: il Pd, da Renzi in giù, non ha voluto Prodi, il più autorevole a livello internazionale, perché diviso in venticinque ipotesi diverse (anche all’interno della stessa corrente).

Non è passata l’idea del Presidente-amico-del-Premier, come quasi tutti pronosticavano (ex-leader sostenitori, ministre e ministri, nomi fuori dalla politica, nel gioco ai quattro Cantoni che era partito), e Mattarella non era certo la «prima scelta» in questo senso (il tifo di Bersani e Bindi lo dimostrano, per intenderci, così come il fatto che da giorni ci stessero lavorando, a questa ipotesi, proprio loro).

Lo schema del NN (non Nazareno) garantisce un’autonomia al nuovo Capo dello Stato ed è, per me, la cosa più importante. Insieme al fatto che di Mattarella non si può dire quasi nulla, da parte di nessuno, rispetto alle opinioni sulla situazione attuale.

E la sostanza delle altre cose cambia poco, perché le riforme sono quelle che sono, il sistema elettorale pure, la delega fiscale anche, i decreti attuativi sul lavoro ancora di più.

Seguiremo l’evoluzione del #pattopardo: se cadrà davvero, si voterà. Se non cadrà, tutto continuerà così. Se la destra farà la sua mossa unitaria, lo schema si rovescerà ancora.

Domani è un altro giorno.

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