In questi giorni si discute molto circa la fedeltà e il vincolo di mandato: le promesse fatte in campagna elettorale e le cose che si fanno poi in Parlamento, per intenderci.
Particolarmente illuminante il caso della Scuola. Valutate voi quanto sia coerente la ‘riforma’ con quanto avevamo dichiarato per chiedere il voto agli italiani. Voto grazie al quale siamo in Parlamento e (anche grazie al premio) qualcuno governa.
A fronte di questo impegno, garantiremo processi di riqualificazione e di rigore della spesa, avendo come riferimento il grado di preparazione degli studenti e il raggiungimento degli obiettivi formativi. La scuola e l’università italiane, già fiaccate da un quindicennio di riforme inconcludenti e contraddittorie, hanno ricevuto nell’ultima stagione un colpo quasi letale. Ora si tratta di avviare un’opera di ricostruzione vera e propria. Nella prossima legislatura partiremo da un piano straordinario contro la dispersione scolastica, soprattutto nelle zone a più forte infiltrazione criminale, dal varo di misure operative per il diritto allo studio, da un investimento sulla ricerca avanzata nei settori trainanti e a più alto contenuto d’innovazione. Tutto ciò nel quadro del valore universalistico della formazione, della promozione della ricerca scientifica e della ricerca di base in ambito umanistico.
La scuola non ha bisogno di grandi riforme, ha bisogno di certezze, stabilità e soprattutto di fiducia. Fiducia dopo i tagli di Berlusconi-Tremonti-Gelmini, dopo gli insulti ricevuti, dopo le stagioni Moratti-Gelmini la cui direzione ideologica è stata quella di smantellare il sistema di istruzione pubblico. L’impegno dei democratici e dei progressisti non può esser fatto di roboanti promesse, ma di un confronto aperto, affinché l’istruzione non sia il luogo delle divisioni, ma dell’unità del Paese e gli insegnanti abbiano quel riconoscimento economico e sociale che giustamente meritano.
È chiaro che gli organi interni alle 8127 istituzioni scolastiche (di cui 1.500 ancora prive di dirigente scolastico) dovrebbero essere adattati alla maggiore autonomia decisionale delle scuole: il dirigente scolastico non può rimanere senza un controllo efficace da parte del consiglio di istituto, in modo da garantire una verifica di qualità.
Verificare qui, 7 febbraio 2013, a cura di Francesca Puglisi, oggi senatrice.
Il testo è inserito nella pagina del programma elettorale del Pd, che trovate qui.
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