Domani andrò in piazza a incontrare gli insegnanti e più in generale il mondo della scuola.
Non credo che incontrerò squadristi e marziani (i secondi sono però intriganti, va detto), come li hanno definiti ministri e sottosegretari del governo. Credo che incontrerò, nel giorno di Napoleone e del potere che decide (sic), tutti coloro che non si sentono rappresentati, capiti, coinvolti.
Lo farò con un po’ di emozione, pensando a quando ci andavo io, a scuola, e che presto ci andrà mia figlia.
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