Vorrei ringraziare chi si sta dannando l'anima per raccogliere le firme per gli otto referendum che ormai avete imparato a conoscere.
A riprova del fatto che è cambiato un mondo (non sempre in meglio), a chi dice che d'estate si ferma tutto (sorprendente che lo sostengano esponenti del mondo politico e sindacale che si confrontano quotidianamente con la disoccupazione e il precariato) rispondono i molti banchetti e distributori e certificatori impegnati anche in queste ore, dalla Valtellina a Capo Passero (e non è una formula retorica, proprio dalla Valtellina alla provincia di Ragusa).
Una raccolta d'altri tempi mentre la politica (?) si abbandona a polemiche balneari e a pensosi editoriali sulla sinistra in cui spesso c'è una parola di troppo: sinistra.
Sono soprattutto giovani e giovanissimi ad animare la raccolta, a riprova che le energie in Italia ci sarebbero pure, l'importante è saperle attivare. E riconoscere quando si attivano.
Lo scrivevano Daniela e Helison oggi su Twitter: non è che i referendum sono nostri, i referendum sono di nessuno e di tutti. E se tutti quelli che li condividono (anche in parte) si tuffassero nella raccolta, divideremmo oneri e onori democratici. Perché l'obiettivo non è stabilire un record, ma raggiungere l'obiettivo insieme. E non è un gioco di parole, ma più larga è la base, più forte è il messaggio politico. E a chi ancora dichiara che il percorso non è stato condiviso (e come ho spiegato mille volte ciò è largamente infondato), ripeto che il nostro percorso è iniziato a maggio e che sono stati avvisati e informati tutti coloro che potevano essere interessati (secondo me anche Renzi ci ha fatto un pensierino, scherzo). E come in molti casi c'è chi si è detto d'accordo e chi no.
Buone vacanze referendarie a tutte e tutti. Vacanze firmate. Nel senso democratico, lontano dalle tv, dai talk show, dai salotti e dai divani. All'aria aperta.
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