A ragionare così. E oggi leggendo certi articoli pensavo esattamente la stessa cosa.

Ne parlavo con Elly Schlein. O saremo capaci di costruire una nuova Europa superando le incertezze dell’attuale, rifuggendo dai nazionalismi, oppure non potremo nemmeno parlare di queste cose. E lo potremo fare solo se ci pensiamo come soggetto transnazionale, capace di aprire un percorso a livello europeo. Altro che partiti nazionali. Altro che piccole mosse. Qui ci vuole una nuova strategia e potrebbe essere il compito di una generazione. Di questa e forse della prossima.

Soltanto se metteremo nel conto tutto quanto, a cominciare dagli interessi e dagli armamenti europei che si scaricano nelle zone di guerra. Soltanto se riprenderemo in mano la questione della cooperazione internazionale, che tutti hanno decimato negli ultimi dieci anni. Soltanto se eviteremo di affrontare la questione con le semplificazioni, ma approfondendo dati e soluzioni, faremo qualcosa di sensato.

Altrimenti sarà solo un pessimo gioco politico.

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