Molti stanno discutendo a Roma della candidatura di Riccardo Magi, che sarebbe la candidatura di Civati, così si legge su alcuni quotidiani.

Vale la pena di spiegare che la candidatura di Riccardo Magi sarebbe la candidatura di Magi e che Civati non ha scelto proprio niente e nessuno: è vero che nei comitati e nei mondi vicini a Possibile si sta discutendo del suo nome ma nessuno ha stabilito nulla, come è stato subito chiarito più o meno da tutti. Sapete, peraltro, perché si parla di lui? Perché, proprio con Magi, Possibile a Roma ha promosso una campagna per la dignità dell’accoglienza (Accogliamoci) e condiviso posizioni locali e nazionali, apprezzandone l’attività e il coraggio delle prese di posizione (memorabile quella sul bilancio e le mancette). Non è un segreto e se ci pensate non è nemmeno così strano che si discuta del suo nome.

Da non romano, d’altra parte, posso solo augurarmi che il candidato sindaco sia scelto attraverso la partecipazione delle persone, che possano valutare le candidature e votare anche altre cosette che hanno qualche interesse: tipo le Olimpiadi, ovvero «se e come farle», a cominciare dalla questione non secondaria delle aree individuate, che contano più degli scontrini nella vicenda che ha portato alla defenestrazione del sindaco, diciamo così. Ci vuole discontinuità, nelle forme e nella sostanza, e un nuovo protagonismo delle persone, non delle sigle, che soprattutto a Roma lasciano il (brutto) tempo che trovano.

Qualche settimana fa, per le stesse ragioni, mi sono pubblicamente augurato che non venisse dispersa la parte buona del lavoro svolto da Marino e che l’ex-sindaco fosse coinvolto nella riflessione sul futuro. Come forse sapete, per me il principale errore di Marino è stato quello di non andare alle urne una volta scoperto che la sua maggioranza non era serena, per le vicende di Mafia capitale e non solo. Avesse troncato (absit) nettamente con quella stagione sarebbe stato meglio per tutti.

Di tutto questo mi piacerebbe conoscere l’opinione delle romane e dei romani di centrosinistra che in primavera non sceglieranno il partito della nazione e del notaio. Che secondo me saranno un botto ma devono essere coinvolti fin da ora. Con metodo democratico (così dice la Costituzione), non con il notabilato dei capibastone, come è accaduto nel recente passato.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti