Illustrissimo Signor mio, Presidente Sergio Mattarella,
con tutta quella riverenza che si dee ad huomo di tante ottime conoscenze, le porgo le ragioni di una questione che riguarda la Biblioteca dell’Istituto degli Studi Filosofici della mia Città.
Devoto verso il di voi uffitio, che so carico di responsabilità e di notevoli incombenze, intendo segnalare le condizioni di terribile difficoltà in cui versa l’immensità del patrimonio culturale raccolto dal Signor Marotta, che tiene in custodia presso la sua magione, acciocché siano concessi alla fruitione del pubblico in luogo degno e a carico del nostro Paese.
Mi perdoni quì la molta partecipazione alla vicenda, condivisa da innumerevoli amici dell’Istituto e da huomini di grandissima auttorità, poiché si ritiene che sia caso di natura nazionale e internazionale, in questione essendo la Repubblica delle Lettere di cui siamo tutti cittadini, in ogni nazione.
Sono, i ibri del Marotta, di sì gran erudizione, e dottrina ricolmi, che fanno pensare alla loro perdita come ci si appresta a un lutto senza speranza.
Oggi il mondo pare fluttuare ed ondeggiare tra le tempeste mosse a costumi umani dal Caso di Epicuro. La collezione del Marotta è istituzione preziosa per evitare che si perda per lo più la nostra filosofia e la storia e la cultura.
Ove non conoscesse per dettagli la questione, le indicherei di seguire quanto richiesto al Governo da Annalisa Pannarale nel mese di novembre dell’anno passato, mentre alcuni volumi si avviavano mestamente all’asta.
Sembrano traversie e sono in fatti opportunità, come si suol dire.
Restandomi anzioso del vostro desiderato giuditio,
Napoli, 10 febbraio 2016
Di V. S. Ill.ma
divotissimo e obbligatissimo servitore vero
Giambattista di Vico
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