Ribadisco: i numeri per approvare il disegno di legge Cirinnà ci sono tutti. E anche di più. Nonostante l’epidemia della libertà di coscienza, i cattodem (che negli interventi in aula sembrano vandeadem, più che altro), i grillini riluttanti, gli esitanti forzisti.

Sotto il fuoco di polemiche e di scambi di accuse tra forze che si comportano in modo molto simile, si inizia a capire che alcune cose già ci sono (e ciò la dice lunga sull’ipocrisia e la strumentalità di tutto quanto). Ad esempio, le stepchild esistono già. Codificarle nella norma sarebbero un atto di semplice civilità (e di minima e necessaria umanità).

Si comprende poi come il disegno di legge in ogni caso discrimina i rapporti omosessuali, nel senso che li ritiene una cosa diversa e eccezionale rispetto ai matrimoni etero, fin dall’articolo 1. E per me è un problema non piccolo perché come sapete sono a favore della totale equiparazione tra matrimoni, a favore di una parità di condizioni per i matrimoni egualitari. E si comprende che avere parlato solo di adozioni stepchild sia stato un errore, soprattutto in relazione a quanto si suole definire (con espressione volutamente orientata politicamente) «utero in affito» e che sarebbe meglio definire «gestazione per altri» o «d’appoggio», con espressione più neutra. Lo hanno scritto chiaramente Silvia Niccolai e Marina Terragni.

Da ultimo, anche questa polemica (aperta anche grazie alla parzialità e alle contraddizioni della legge) nega l’evidenza che molti Paesi (lo ricordava ieri Melita Cavallo su Repubblica) hanno approvato norme rigorisissime sulla gravidanza per altri e che la polemica è costruita su informazioni discutibili, che negano situazioni molto differenti tra loro (il commercio, da una parte, e la solidarietà, dall’altra). E che il divieto in ogni caso, spiega Emma Bonino, è un’opzione sbagliata e che ci vuole una legge molto seria e articolata (la penso esattamente così).

Errori di impostazione legislativa e politica che portano ad altri errori e ad altre contraddizioni, che alimentano una polemica mostruosa e totalmente fuori fuoco, anche in chi si dichiara favorevole alle legge, per dire poi che non vuole le adozioni gay, che è contrario alla gpa. In una confusione che sembra spesso una vera e propria messa in scena.

Tutto ciò lascia l’amaro in bocca e ci fa pensare che, come sempre, siamo molto lontani dal raggiungere un obiettivo di parità e di uguaglianza nelle differenze.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti