Passeremo ogni giorno da oggi al 17 aprile per ricordare che il premier e il suo ministro sprecano – apposta – 300 milioni di euro per boicottare (oltretutto) la consultazione democratica richiesta dalle Regioni guidate dal partito dello stesso premier (e forse, ormai possiamo dirlo, anche del suo ministro).
Oltre a ciò, però, la nostra campagna referendaria sarà incentrata sull’idea della «democrazia energetica», su un modello alternativo, sull’unica uscita possibile da una crisi economica, ma anche di senso: come nel Leap Manifesto, ci vuole un salto – culturale, politico, amministrativo – per cambiare prospettiva alla questione.
Se l’Italia fosse capace di attuare un percorso simile si renderebbe autonomo da mille condizionamenti da parte di Paesi che non sono proprio il massimo (a proposito, ci volete gentilmente rispondere sulla questione della vendita di armi all’Arabia Saudita, già che ci siamo?).
Il 17 aprile è in verità un «primodiaprile» del governo, che prende in giro gli italiani e chiarisce che la logica in cui si muove l’esecutivo più retrivo dal punto di vista ambientale è quella inaugurata dallo Sblocca Italia. E però è una data che può consentirci di fare il punto con tutti quelli che intendono farlo, per cambiare finalmente prospettiva.
Annalisa Corrado è al lavoro da settimane per costruire un manifesto politico e legislativo condiviso da tutte le associazioni e i movimenti ambientalisti: credo che si debba convocare quanto prima un appuntamento nazionale che li veda tutti coinvolti, per mettere a punto un «piano» diverso da quello di Renzi, Alfano, Lupi e tutti gli altri che quelle schifezze le approvano e le votano.
Ieri con Mario Catania abbiamo paragonato la legge sul consumo del suolo alla legge di stabilità, per importanza e per valore politico: non è un’esagerazione, è la semplice constatazione che dai guai non si esce facendo le cose nello stesso modo (quel modo che ci ha portato ad avere un sacco di guai), ma provando a cambiare in modo radicale, rivoluzionario. Con soluzioni finalmente promettenti e non auto-consolatorie.
Facciamolo.
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