Fate girare: è importante.
Caro Presidente, salvi il parco!
Sembra un’affermazione assurda, infatti l’ente di gestione di un parco regionale esiste proprio per tutelare il territorio e migliorare la qualità della vita, ma è apparsa sui giornali locali una notizia molto preoccupante: Arcore, Berlusconi vuole Milano 4, un business da 220 milioni di euro. L’ Idra, l’immobiliare di famiglia del premier, ha presentato alla giunta della cittadina, capitanata da Marco Rocchini, un progetto che vuole edificare 150.000 metri cubi in cambio una casa di riposo e di 20 milioni di oneri di urbanizzazione, che non riparerebbero per nulla i danni dell’insediamento. Tra Milano 4 ed area Falck, Arcore avrebbe quasi il 20% di abitanti in più in pochi anni. Significherebbe servizi al collasso e traffico ancor più caotico, una vivibilità compromessa per sempre. L’area, all’interno del parco regionale, è uno dei corridoi ecologici della Dorsale Verde nord Milano, un progetto inserito nel PTCP per salvare e connettere tra di loro le ultime aree verdi della Brianza. Con la colata di cemento ipotizzata i parchi brianzoli dell’Est Milano diventeranno giardinetti di una megalopoli, più o meno come lo è Parco Solari nel centro di Milano 1. Le aree agricole sono importanti per creare anche a nord di Milano un parco di cintura intorno alla Brianza, territorio con percentuali urbanizzazione più alte d’Europa e in cui vivono ammassati quattro milioni di esseri umani, che devono condividere gli spazi disponibili con aree produttive di ogni genere e dimensione, autostrade, strade statali e provinciali, svincoli giganteschi, vaste superfici degradate, ex paesi e cittadine ormai conurbate senza soluzione di continuità a costituire agglomerati dormitorio, tutti uguali e senza identità. Nel cuore della Lombardia il fiume Lambro e il Parco Valle Lambro “hanno già dato", concedendo larga parte del territorio a Pedemontana, un nastro d’asfalto che porterà altre auto, altro rumore ed inquinamento e speriamo non ulteriore cemento. Pedemontana taglierà in due il parco, modificando per sempre il territorio; saranno aperti cantieri che dureranno anni, aggiungerne altri nello stesso comune produrrà la paralisi del traffico. L’acqua del fiume è importante, ma il parco del Lambro, non è solo quello, non è solo un parco naturalistico, è parco perché ha brandelli del bel paesaggio agrario della Brianza, ammirato da grandi viaggiatori e poeti del mondo. Noi brianzoli lo stiamo distruggendo. La Valle Lambro, se ripensata, potrebbe essere non solo conservata nei suoi valori storico-paesistici, ma anche diventare una straordinaria risorsa ricreativa per il buon vivere di chi abita in questa regione. Costruire edifici nelle zone agricole extra parco naturale di queste o di più piccole dimensioni, vuol dire invece distruggerlo in modo irreversibile. Anche se il richiedente del progetto è una persona molto influente nella politica e negli affari, si può creare un precedente pericolosissimo. Se un parco regionale può’ essere cementificato con tanta facilità allora ci chiediamo: ma i parchi a cosa servono? L’Ente Parco ha il dovere morale e una precisa responsabilità istituzionale di dire NO a questo scempio, non tanto per noi che scriviamo oggi, quanto per le generazioni che verranno. Vogliamo che i nostri figli possano conoscere e identificarsi con la Brianza, ossia un territorio ben preciso con la sua cultura e la sua storia millenaria, e non con un ammasso interminabile di case, capannoni e strade tutte uguali. La difesa dell’identità del nostro territorio passa da scelte cruciali come questa, siamo sicuri che Lei e l’ente che Lei rappresenta non vorrà assumersi la responsabilità di una scelta così clamorosamente contro la nostra storia.
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