La minoranza del Pd si scandalizza perché il Pd andrà al mare il 17 aprile (probabilmente per visitare le trivelle).
Tutti si dicono scandalizzati, la minoranza insorge, Gad Lerner non si capacita, i presidenti delle Regioni si inalberano. Tutto giusto, salvo un particolare: la norma che si intende abrogare l’ha voluta e votata il Pd. Il governo e tutto il gruppo parlamentare. Le eccezioni furono pochissime: Pastorino e io votammo contro, una manciata di parlamentari non partecipò al voto, gli altri – tutti gli altri – votarono a favore, anche i parlamentari delle regioni interessate.
Non risulta poi che qualcuno abbia avuto granché da dire quando il governo ha stabilito non solo di non modificare la norma, ma di individuare nel 17 aprile la data delle consultazioni.
Ora, con la cialtroneria che ormai contraddistingue la dirigenza del partito, si fa notare che il referendum è inutile e costoso. Ma la colpa è sempre del Pd, che avrebbe potuto cambiare la legge (lo Sblocca Italia) ovvero far votare gli italiani al referendum accorpandolo alle Amministrative.
Il Pd e la sua minoranza cercano di interpretare tutte le parti della commedia, anzi, della farsa. E così in Puglia il Pd voterà contro le indicazioni del Pd di Roma, perché lì ci sono le trivelle, mentre dove non ci sono si farà finta di niente.
Che bello spettacolo.
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