Oggi su l’Unità Carlo Fusaro mi attacca sostenendo che io sia stato nominato (e Fusaro sostiene l’Italicum, che nomina tipo Porcellum due terzi dei parlamentari) e che sia un «pinocchio di sinistra» perché ho sostenuto che la riforma Boschi è – rispetto al Senato – addirittura peggiore di quella di Calderoli.
L’autore dell’articolo trova ridicolo che lo si sostenga e per affermarlo cita solo parzialmente le ragioni della mia affermazione, con una certa scorrettezza, a cui siamo ormai abituati.
Ora la proposta di Calderoli – pensate quanto ci sia da ridere e come siamo messi dieci anni dopo – riduceva deputati e senatori, in modo più equilibrato dell’attuale schema. Lasciava la scelta dei senatori ai cittadini attraverso un’elezione diretta. Per il resto superava il bicameralismo perfetto e distingueva (in modo impreciso, ma comunque più chiaro del testo attualmente in discussione) le competenze tra Camera e Senato. Quanto agli argomenti adottati per sostenere quella parte della riforma, gli argomenti erano esattamente gli stessi degli attuali, gli stessi dei sostenitori del sì, gli stessi sostenuti da chi ha redatto l’articolo, che però curiosamente se ne dimentica.
Ovviamente, dire che era addirittura meglio quella di questa, in un articolo in cui peraltro si citava un Napolitano durissimo avversario di una riforma simile, non signifca certo rimpiangere quella riforma, che personalmente avversai, per molte ragioni analoghe alla mia attuale avversità. A proposito di chi è coerente e di chi è «pinocchio», per adottare il linguaggio erudito del polemista citato.
Invece di prendere in giro gli altri, si risponda nel merito. Se si può. E purtroppo non si può, né si riesce.
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