Rocco Olita coglie un punto essenziale dell'attuale fase politica.
Chi prima era infastidito dai gufi che gufavano, a dir loro, contro il vittorioso, ora gufa contro i vittoriosi, augurandosi (o augufandosi) che vada a sbattere.
La dialettica del gufo si è compiuta e rivela tutta la propria pochezza. In un sistema politico in cui non si valuta mai il contenuto delle affermazioni che si fanno ma solo l'effetto che hanno sull'opinione pubblica, era ridicola l'accusa di gufismo fin dall'inizio. Ora che i gufati diventano gufi si compie il trionfo totale della stupidità.
Chi ha vinto le elezioni qualche settimana fa magari non se lo meritava, ha fatto promesse eccessive, non ha le forze, culturali e politiche, per cambiare tutto come aveva promesso. E come tale va e andrà valutato. Ma attribuire a chi è venuto dopo – magari rottamando i falsi rottamatori – le colpe di chi c'era già (e di chi a Roma, ad esempio, ha fatto di tutto perché la situazione andasse in questo preciso modo) è veramente un'inversione a U. L'ennesima, di un sistema in totale testacoda.
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