Ormai abbiamo imparato a conoscerlo. Tutto. Ma proprio tutto. E tutto il suo contrario. Ma proprio tutto. Il suo contrario. Nella stessa persona. A volte nello stesso giorno. Spesso nella stessa frase.
Aristotele e il principio di non-contraddizione appartengono a un passato a cui diciamo grazie, con rispetto e con il sorriso, ma sono vecchi, fuori moda, hanno stancato. Tipo D'Alema. Vecchi.
L'importante è dire A e non-A e non lasciare spazio ad altri.
Lo stesso Veltroni, a cui era rimproverato il ma anche, era un vero dilettante.
E così dopo aver detto, prima alla stampa e poi in un ispirato intervento in Senato, che si sarebbe dimesso in caso di vittoria del No (ormai quasi un anno fa, perché è quasi un anno che andiamo avanti così); dopo avere fatto dire la stessa cosa alla ministra alter ego e ad altri che si sono subito detti pronti a seguirli (come un sol uomo: già); dopo avere a un certo punto capito che era posizione azzardata e averla cambiata e averla fatta cambiare a tutti quanti, dalla ministra in giù, perché non si vuole mica personalizzare, anzi, sono stati gli altri (non si sa bene chi) a costringerlo; dopo tutto questo, ieri il premier ha detto che se perde cambia mestiere.
Così parla a quelli che sono preoccupati che se ne vada ma anche a coloro che confidano in una continuità istituzionale. Il lunedì se ne va, il martedì non intende personalizzare, il mercoledì si ritira, il giovedì garantisce che non succederà nulla, il venerdì assicura di cambiare mestiere. E nei fine settimana va in televisione a sintetizzare le sue varie posizioni.
Già un Renzi solo è impegnativo, figuriamoci se si moltiplica.
Le larghe intese, la sovrapposizione e confusione di destra e sinistra diventano un fatto personale, esistenziale, psicologico. Renzi e non-Renzi: cioè tutto, secondo lo schema mediatico a cui siamo abituati. Solo che entrambi li interpreta la stessa persona. Che non è dottor Jekyll e mister Hyde, no, è sempre lui. Anche Stevenson è ormai superato. Non è questione di sosia (alla Benigni e al Johnny Stecchino) o di scambio di persona. Lo scambio lo fa la persona.
II trasformismo viene da Leopoldo (!) Fregoli, che cambiava d'abito. Ispiratore di mille cambiaversi, oggi è finalmente realizzato. Non in teatro, nella realtà. O forse in una realtà-teatro.
Il bipolarismo in un sol uomo. Ora la sfida è diventare tripolare, per vincere tutto. Chissà.
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