Da qualche ora è in libreria un mio piccolo testo dedicato alla legalizzazione della cannabis. Lo pubblica Fandango con un appello di Roberto Saviano, rivolto ai nostri legislatori.
 
L'argomento ha una rilevanza di per sé, a mio modo di vedere: sintetizzandolo in linguaggio da Twitter, si passa dalla #cannabismafiosa alla #cannabislegale, superando una barriera di pregiudizi, di ipocrisie e di proibizionismi eccessivi misti a elementi di complicità non sempre disinteressati.

In attesa che la maggioranza parlamentare dica la sua e che anche il governo si esprima – un governo che pare orientato al no, se ci atteniamo alle dichiarazioni degli unici ministri che sul tema hanno preso parola – è giusto che se ne discuta partendo da dati reali, informazioni precise, fonti verificate.

Così sta succedendo in Colorado – dove è interessante tanto la legalizzazione quanto il sistema di verifica e di controllo messo in atto dal governo -, così in Canada – dove Justin Trudeau vuole legalizzare, come aveva promesso in campagna elettorale (là funziona che le promesse poi si cercano di mantenere).

Si tratta di milioni di consumatori e di miliardi di euro attualmente consegnati alle mafie, che potrebbero invece dare lavoro legale, aumentare il Pil (che già conteggia le droghe, ipocrisia delle ipocrisie), consentire il reperimento di risorse da destinare alla prevenzione rispetto all'abuso di sostanze stupefacenti, al sistema sanitario, al sistema educativo.

Si tratta di responsabilità da assumere: oggi anche chi consuma cannabis una volta ogni tanto, a casa propria, conducendo una vita da buon cittadino, finanzia senza rendersene conto la 'ndrangheta e i cartelli americani.

Si tratta di condurre una riflessione compiuta sulle droghe, quelle legali e quelle illegali.

Si tratta di trovare una misura più equilibrata e efficace che superi il fallimentare proibizionismo della «guerra alla droga», che si è accanito soprattutto contro la cannabis e chi ne fa uso. Anche se si tratta di uso personalissimo e a volte terapeutico, come anche recenti fatti di cronaca ci ricordano.

Insomma, ho provato a raccontare perché la legalizzazione della cannabis è una cosa seria, augurandomi che il Parlamento – oggi o in futuro – possa isolare i fanatici del proibizionismo senza senso e raccogliere le adesioni di coloro che non sono interessati a quanti voti si perdono ad occuparsi di simili argomenti, ma di scrivere una pagina nuova. Per gli stili di vita delle persone e per la vita sociale del nostro Paese.

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