«La legge di revisione costituzionale approvata dal Parlamento mesi or sono è ora affidata al giudizio conclusivo del popolo sovrano; si dovrà comunque verificare poi la possibilità di nuove proposte di riforma capaci di raccogliere il necessario largo consenso in Parlamento».
Giorgio Napolitano, discorso di insediamento, 15 maggio 2006.
Anche allora si attendeva l'esito di un referendum. E gli articoli riformati erano – per numero e anche per contenuto – molto simili a quelli toccati dalla rfiorma attualmente in discussione.
Eppure il Presidente, pur non esprimendo in quell'occasione un giudizio sulla riforma, già parlava di «verificare poi la possibilità di nuove proposte di riforma», proposte «capaci» (Berlusconi allora, Renzi oggi non ce l'hanno fatta) «di raccogliere il necessario largo consenso in Parlamento».
L'argomento Benigni delle riforme («se non si parte adesso non si farà mai più») fu smentito allora. Dieci anni fa. A futura memoria.
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