Pensavamo di avere visto il peggio con i manifesti “meno politici” stampati e affissi dai politici, ovvero da deputati e senatori del partito del governo, guidati dal capo (parola dell’Italicum) dei politici che ha fatto politica tutta la vita. Abbasso i politici, però.
Un messaggio superato di slancio dal comitato Basta un sì, che ha fatto la foto alla “casta”, senza considerare che la “casta” (se proprio si vuole inseguire il “populismo” che si dice di voler contrastare) è quella che governa il Paese da quattro anni. Dalla legislatura precedente. Una “casta” in cui si abbracciano destra e sinistra fino a confondersi.
Una “casta” di cui fanno parte ministri come Alfano che ormai appartengono al paesaggio (come il Resegone) e sono lì da anni. E probabilmente rimarranno lì per sempre.
Una compagine di governo e di maggioranza (eterna, che rimarrà così anche dopo il 4 dicembre) di cui fanno parte personalità come Franceschini e Fassino e Castagnetti o Buttiglione che sono “casta” almeno quanto D’Alema e Bersani, che hanno fatto i segretari di partito come loro da vent’anni a questa parte.
Un gruppo di disinteressati, poi, come metà degli eletti del Popolo della libertà, perché Berlusconi vota No, ma molti suoi delfini votano sì (e delfini fa rima con Verdini e gli amici di Cosentino).
Un pacchetto sostenuto dagli industriali e da tutto l’establishment, da Boccia a Briatore, diciamo.
Però sono loro della “castissima” a parlare di “casta”, per sconfiggere gli anticasta, eh.
Casta un sì, in effetti.
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