Nella campagna referendaria meno costituzionale di tutti i tempi, in cui ci affastellano argomenti che con la Costituzione non c’entrano un fico secco, contrapposizioni inaudite tra vecchi e nuovi amici (bersaniani che danno del bersaniano a Bersani, dalemiani renzizzati che schifano D’Alema, populisti che danno del populista a tutti quanti, ma mai a se stessi), c’è bisogno di tornare a una lettura più precisa e puntuale della ‘riforma’, pensando anche al fatto che il processo stesso della revisione costituzionale che stiamo discutendo avrebbe dovuto essere più preciso e puntuale di quanto non sia stato.
Circolano leggende metropolitane, gigantesche bufale e appelli tipo anno Mille, che non hanno alcun senso di esistere.
A proposito dei costi della politica, argomento principe per l’attuale principe della politica italiana, si parla di 500 milioni di risparmi, quando quelli accertati dalla Ragioneria generale dello Stato – dipartimento che dipende dal Mef e quindi dal governo – parla di una sessantina di milioni accertati e di altri difficili da definire e quantificare, anche perché non sono affatto certi e dipendono da ciò che accadrà, nell’eventualità che questa riforma sia salutata dal consenso dei cittadini. E comunque, per essere chiari, non si tratta affatto di 500 milioni, una previsione che è frutto solo della propaganda del governo, così come l’aumento di punti di Pil o altre cose inverosimili che ci è toccato leggere anche in documenti ufficiali della Confindustria.
Ora, così come per i costi, ci sono versioni pressapochistiche e enfatizzate fino all’esasperazione, da una parte e dall’altra.
Come il fatto che dalla parola «comunitario» si passi all’espressione «Unione europea» che da parte degli euroscettici di ogni schieramento (con o senza bandiera) è vissuta come uno scioglimento della Costituzione nella soluzione acida delle politiche dei burocrati di Bruxelles.
La migliore che ho sentito è dei sostenitori del Sì del Trentino: la riforma è ottima anche perché qui da noi non si applica. Che è forte, come ragionamento, e spiega molte prese di posizioni tattiche che – ancora una volta – con la Costituzione non hanno nulla a che vedere.
Per tutto questo e per un rispetto che non dovrebbe mai mancare verso la Costituzione e verso gli elettori, con Andrea Pertici abbiamo curato un eBook che tratta i nodi fondamentali del percorso della ‘riforma’ e del cammino verso il referendum del 4 dicembre.
Un lavoro di tre anni, noioso per la coerenza degli argomenti (che noi non abbiamo cambiato, come hanno fatto molti altri) e dettagliato sui singoli punti in discussione.
Potete scaricarlo qui. Ed è abbinato al sito iovoto.no con le faq, le infografiche, la rassegna dei migliori contributi, gli appuntamenti e le nostre iniziative in merito. Che alla fine del tour RiCostituente saranno state duecento, da Aosta a Sciacca.
Per saperne di più, e affrontare con lucidità la ‘riforma’, ci vediamo a Bologna, all’Estragon, sabato 19 novembre, a partire dalle ore 10.
Per viaggiare informati, verso il 4 dicembre.
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